È sempre molto complicato parlare di crimini di guerra.
Vuoi il retaggio, vuoi la storia vissuta e raccontata, vuoi il pensiero collettivo, quando ne parli rischi di camminare in campo minato.
Partiamo comunque da un presupposto!
Nell´immaginario collettivo del popolo italiano in genere, nei confronti dei tedeschi, del loro passato post-guerra e del loro presente (alcuni anche del loro futuro), esiste una sorta di ala di pregiudizio legato al loro passato pre-guerra.
Dicendola con parole semplici, la maggioranza degli italiani crede ed é convinta, che i tedeschi siano tutti (o quasi) nazisti, seri, freddi e che vivano in una nazione grigia, ancora governata da leggi inflessibili.
Parlando con alcuni amici e colleghi che vivono in Italia, leggendo diversi blog italiani sul caso, e leggendo anche i commenti dei lettori ai vari giornali che riportano notizie riguardo alla Germania, si evince che in effetti, parlando sempre in generale, si creda che i tedeschi a scuola non studino ciò che è avvenuto durante il regime nazista, o se lo si studia lo si fa in maniera molto superficiale, e che ormai se ne sia persa memoria, e molti sono convinti del fatto che, come hanno asserito alcuni passati esponenti politici italiani, “per i tedeschi i Lager non sono mai esistiti”.
Quindi la domanda giusta è: davvero il popolo tedesco non ha memoria di quello che è successo negli anni ´30/´40?
Il non parlare di un argomento, non significa necessariamente che non lo si conosca o che lo si ignori.
Forse non se ne vuole parlare. Ed in effetti i tedeschi non parlano molto volentieri dell´argomento “nazismo”.
Perché?
Ho già scritto in passato di quanto io abbia notato la vergogna (e non l´orgoglio) che ancora ha questo popolo per quello che è successo (mi riferisco al periodo nazista), nonostante ormai siano passate piú di due generazioni.
Questo perché la memoria oggi è ancora molto vivida, molto forte. Il peso della colpa e della vergogna é ancora pesante, e lo si sente dai commenti e da come se ne parla tra tedeschi.
La storia del nazismo, viene affrontato abbondantemente e profondamente nelle scuole tedesche, fin dalle prime classi elementari.
Un giovane che ha frequentato le classi elementari e superiori in Germania, conosce bene date e avvenimenti dove successero le stragi naziste. Ha visitato diverse volte campi di concentramento, e letto molti libri sull´argomento.
Conosce la storia del periodo nazista, meglio di altri periodi storici.
Si tiene vivo il ricordo, non solo per non ripetere la storia, ma perché è un atto dovuto nei confronti della civiltà odierna e delle vittime del passato.
Ma se da un lato il popolo tedesco mantiene viva la memoria, al contrario di quello che crede la maggioranza degli italiani, che dire della nostra memoria?
Noi conosciamo bene la storia del regime fascista? Conosciamo date e riferimenti in cui gli italiani si resero complici o addirittura autori di stragi, sia in patria che fuori patria?
Mettiamoci alla prova!
Di seguito c´è un piccolo elenco, non completo ma esaustivo, di alcuni avvenimenti che videro colpevoli proprio gli italiani, alleati prima con i nazisti, poi con gli americani, e “qualcosa” anche da soli.
Quanti di questi ne conosciamo senza andare a spulciare su Internet?
- Eccidio di Porzûs – 7 – 18 febbraio 1945
- Strage della Benedicta – 6 – 11 aprile 1944
- Massacro di Biscari – 14 luglio 1943
- Strage del palazzo Comunale di Campi Bisenzio – 2 settembre 1944
- Strage di Canicattì – 14 luglio 1943
- Eccidio di Cavazzoli – 19 novembre 1944
- Strage della Missione Strassera – 26 novembre 1944
- Eccidio di Valdobbiadene – 3 / 5 maggio 1945
- Eccidio dell’ospedale psichiatrico di Vercelli – 12 – 13 maggio 1945
- Strage di Domenikon – 16 Febbraio 1943
- Strage di Kragulevac – Ottobre 1941
- Eccidio per mano della SUPERSLODA – 12 aprile al 15 giugno 1942
- Caso Badoglio in Etiopia.
Ed ora passiamo ai Campi di concentramento italiani, costruiti e gestiti dagli italiani, quanti ne conoscete?
- campo di concentramento di Arbe (Rab) per il quadrante adriatico settentrionale (Fiume e la Slovenia)
- campo di concentramento di Melada (Molat) per l’area centrale (Dalmazia)
- campo di concentramento di Mamula e Prevalka per il quadrante adriatico meridionale
- campo di concentramento di Gonars (in Friuli Venezia Giulia): istituito dai fascisti il 23 febbraio 1942 ricevette il primo “trasporto” di 5.343 internati (di cui 1.643 bambini) due giorni dopo dalla provincia di Lubiana e dai campi di Arbe e di Monigo (frazione di Treviso).
E adesso la domanda è: chi ha perso la memoria storica del proprio passato?
Prima di dare una risposta a questa domanda, ricordiamo che noi (l´Italia) siamo la Nazione che mantiene ancora in piedi la tomba e il mausoleo di Benito Mussolini a Predappio, meta di parecchi nostalgici e curiosi, nonchè le “bellissime” bancarelle di note cittá del litorale romagnolo, allestite di ogni ricordo, maglietta, foto, statue, busti e quant´altro del Duce, in vendita per chiunque voglia avere un “pezzo di storia”; mentre nella “nazista” Germania, non c´è traccia di pietra, ricordo, tomba, reliquia o altro appartenete ad Adolf Hitler e al suo regno del terrore.
Inoltre, mentre rispondiamo alla domanda, ricordiamo anche questa profonda verità:
in guerra gli schieramenti non si dividono in oppressori e liberatori, ma in assassini e vittime. (cit. an.)